giovedì 1 settembre 2011

The Green Butchers - Recensione

De grønne slagtere
Danimarca, 2003, colore, 95 min

Regia: Anders Thomas Jensen

Sceneggiatura: Anders Thomas Jensen

Cast: Mads Mikkelsen, Nikolaj Lie Kaas, Line Kruse, Ole Thestrup, Aksel Erhardtsen, Nicolas Bro


Affermare che Anders Thomas Jensen sia uno sceneggiatore prolifico sarebbe usare un eufemismo. Il suo zampino è presente in quanto di meglio abbia prodotto il cinema danese negli ultimi dieci anni, successi internazionali compresi. Rarefatta è invece l’attività registica che comprende solo tre lungometraggi accomunati da una vena grottesca velata di malinconia e dal cast ricorrente e sempre impeccabile.

Svend (Mads Mikkelsen) e Bjarne (Nikolaj Lie Kaas) sono colleghi e amici che lavorano nella macelleria del tirannico “Salsiccia“ Holger. Il loro è un bel rapporto d’amicizia che nasce dall’incontro di due solitudini. Svend, continuamente deriso e umiliato dal boss, decide finalmente di mettersi in proprio insieme all’amico affrontando un investimento economico che permette di far luce su alcuni aspetti della loro vita passata. Bjarne si reca infatti alla clinica in cui è ricoverato il fratello gemello ritardato, Eigil, da anni in coma irreversibile dopo un pauroso incidente da lui stesso provocato, in cui hanno perso la vita i genitori e la giovane moglie di Bjarne. Senza starci a pensare troppo, autorizza i medici a staccare la spina per entrare in possesso della parte di eredità del fratello e fornire il suo contributo economico a Svend. L’inizio dell’attività lavorativa è disastroso, finché un evento fortuito, l’accidentale chiusura da parte di Svend dell’elettricista nella cella frigorifera, determina un capovolgimento della situazione. Per liberarsi dello scomodo inquilino surgelato, Svend ha la malsana idea di farlo a fettine e spacciarlo per carne di pollo accompagnata da una marinata di sua invenzione. La pietanza riscuote inaspettatamente l’approvazione degli ignari avventori e ben presto la macelleria diviene un posto di successo con tanto di servizi al telegiornale. Da qui in poi la situazione precipita e, grazie all’abilità di scrittura di Anders Thomas Jensen, non potrebbe andare meglio di così. In un crescendo surreale avverrà l’eliminazione sistematica di tutti i personaggi che possano interferire con la realizzazione del sogno di Svend e come se non bastasse, Eigil, una volta staccato dal respiratore, ritorna inaspettatamente in vita e nella vita di Bjarne.
Jensen è abilissimo nel tratteggiare due personaggi stanchi e disillusi, profondamente feriti e nel contempo totalmente fuori di testa. Bjarne è sempre stato posto in secondo piano dalla famiglia rispetto al fratello handicappato, verso il quale veniva indirizzata tutta l’attenzione con l’attuazione di un processo di negazione della disabilità che faceva sì che venisse assecondato in qualsiasi richiesta, compresa la guida di un’auto che porterà, con la complicità di un’animale, alla strage familiare. Non sorprende quindi che ami circondarsi di animali morti non solo sul posto di lavoro ma anche a casa attraverso un macabro hobby. Per il perfezionista ossessivo Svend, che in condizioni di stress è vittima di un’eccessiva sudorazione, l’infanzia è stata a dir poco problematica, segnata dalla perdita dei genitori e da atti di bullismo. In questo substrato psicologico si innesta la ricerca della fama a tutti i costi come unico elemento capace di supplire alla profonda solitudine e alla scarsa autostima. Talmente bassa che Svend non pensa neppure per un attimo che il successo della pietanza sia dovuto ad una sua creazione invece che ad un fatto a lui estraneo. E poco importa che la tiepida presa di coscienza delle proprie possibilità avvenga dopo che faccia fuori mezzo paesino assecondato dal quasi totale menefreghismo del suo compare. Anzi fa tenerezza quando come un bambino colto con le mani nel sacco si inventa le scuse più assurde per giustificare la presenza di un nuovo cadavere nella cella frigorifera. Se non si fosse capito, la verosimiglianza non abita da queste parti e l’improbabile happy ending non stona affatto in questo contesto di simpatici folli.



8 commenti:

Andy ha detto...

Bentornato, my friend!
Bel film, come ben sai il mio preferito è le mele di adamo questo sta al secondo posto

Nick Parisi. ha detto...

Bentornato.

Robydick ha detto...

ciao! grazie, ricambio il link con piacere. ma questo è il regista de "le mele di adamo"? lo devo guardare allora :)

Count Zero ha detto...

@Nick
Grazie. Sei sempre molto... essenziale!

@robydick
Grazie per la visita. Se hai apprezzato le mele di adamo, questo non ti deluderà!

@pischio
non avevo dubbi che avresti scelto una foto del genere!

Robydick ha detto...

count, se hai qualche dritta dove """acquistarlo"""... non riesco a trovarlo ;-)
trovi la mail nel mio profilo
thx a lot

Andy ha detto...

che ci vuoi fare, sono un inguaribile romantico

Morrigan77 ha detto...

Bentornato*
Che bello ultimamente c'è tanto cinema scandinavo su Freezone! Posso consigliare una traduzione o mi mangiate? King of devil's island con Skarsgard padre sembra molto interessante http://www.imdb.it/title/tt1332134/

Count Zero ha detto...

@Morrigan
Basta che non diventi un'abitudine ;)
Lo tenevo già d'occhio, finora niente subbi.

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