Germania/Svizzera, 2011, colore, 89 min
Regia: Tim Fehlbaum
Sceneggiatura: Tim Fehlbaum, Oliver Kahl, Thomas Wöbke
Cast: Hannah Herzsprung, Stipe Erceg, Lars Eidinger, Lisa Vicari, Angela Winkler
2016, lo strato d'ozono è scomparso e
l'intensità dei raggi solari ha decimato la popolazione rendendo la
vita impossibile ai superstiti, ridotti alla costante ricerca di
acqua e crema solare. Dopo un flashback iniziale per farci capire che
in questo mondo privo di strutture sociali gira brutta gente, veniamo
catapultati a bordo di una Volvo scassata con i finestrini oscurati
alla meno peggio. All'interno si trova il nucleo centrale dei
personaggi quasi al completo: Marie (Hannah Herzsprung) con la
sorella minore Leonie e un ragazzo di nome Philip. Il legame tra le
due sorelle è molto forte, quello tra Marie e Philip è basato
sull'amore romantico: lui fornisce auto e protezione, lei ricambia
con una certa vicinanza fisica. Nulla di particolarmente scabroso,
sono le regole della sopravvivenza ed è più lei che sfrutta lui,
chiaramente innamorato. La destinazione finale sono le montagne, dove
potranno imbottigliare personalmente acqua minerale Evian in quantità
(non sto scherzando). Gli uccelli nel cielo lo suggeriscono.
Tim Felhlbaum, tedesco classe '82,
decide di affidarsi al sottogenere post-apocalittico per la sua opera
prima, spalleggiato per l'occasione dal connazionale Roland Emmerich
in veste di produttore esecutivo. L'impronta “ignorante” del re
dei blockbuster irrealistici per fortuna non è presente, anche se si
nota la volontà di rendere il film facilmente assimilabile da un
pubblico più vasto possibile, senza eccedere in cattiveria e
disperazione. Sono pronto a scommettere che il titolo ad effetto
Hell, che in tedesco vuol dire luminoso, se lo sia inventato Emmerich
a cui piacciono i doppi sensi faciloni. D'altra parte il titolo di
lavorazione Das ende der nacht, la fine della notte, non era molto
veritiero quindi va bene così.
Parte bene Hell, mostrandoci scene di
ordinaria sopravvivenza sotto la minaccia del sole cocente,
sottolineata perfettamente dalla fotografia abbagliante di Markus
Förderer. Azzeccata la scelta in queste fasi di non avvalersi di
colonna sonora, solo luce accecante e silenzio, i personaggi sospesi
in un'atmosfera surreale. Particolarmente apprezzabile è la mancanza
di spiegoni con la contestualizzazione affidata a vecchi quotidiani
abbandonati e ad una breve didascalia iniziale. Così come sono
assenti i piagnistei melensi su quanto è andato perduto. Se il
comparto tecnico riesce a dar vita all'idea di partenza e a creare
un'atmosfera estremamente riuscita pur con un budget limitato, è la
sceneggiatura che non brilla per originalità limitandosi a
percorrere binari abusati e guidandoci verso un happy end che nessuno
metterebbe mai in dubbio. C'è troppa poca cattiveria, Hell non osa,
cerca di non urtare la sensibilità dello spettatore medio. Anche
quando entra in scena una comunità di bifolchi cannibali e i suoi
magazzini stipati di persone in attesa di diventare carne da macello
(qualcuno ha detto The Road?), il film rifugge da immagini troppo
crude o ad alto tasso di malessere emotivo. Non è un brutto film
--l'idea di partenza e la sua realizzazione sono ottime-- solo che
questo viaggio per la sopravvivenza si rivela prevedibile e la
mancanza di sussulti e momenti forti che rimangano impressi lo rende
facilmente dimenticabile.
3 commenti:
Un film che parte molto molto bene, l'idea di base molto buona e molto realistica oserei dire. Peccato che poi succedano delle cose abbastanza prevedibili e il film sembra non riuscire a prendere una piega più raffinata. Sinceramente io come base di partenza prenderei questo film per poterci scrivere un romanzo, magari un po' più crudo. Questo di crudo aveva soltanto un'ottima regia. Per quanto riguarda il titolo Hell non è malaccio, ma non si sarebbe potuto trovare nulla di meglio? Mah...
Io mi sono fatto più o meno la stessa idea. Parte benissimo e viene portato alla fine con perizia e senza emotività.
Io, dal mio canto, da grande amante del "cazzonismo", avrei buttato un pò in vacca il finale con un colpone di scena nosense (alieni? Cannibali mutati? Scienziato pazzo?). Invece tutto si chiude in silenzio e senza prospettiva alcuna. Peccato.
Regia molto buona e se Emmerich si limitasse a dare possibilità a questi ragazzotti, non sarebbe meglio!? ;)
@Woody
Esatto, è come se si fossero limitati a svolgere un compitino senza troppa convinzione.
@Eddy
ahahah la Merkel mutante sarebbe stata una svolta!
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