martedì 16 febbraio 2010

Daybreakers - Recensione

Daybreakers
Australia/USA, 2009, colore, 98 min
Regia: Michael Spierig, Peter Spierig
Sceneggiatura: Michael Spierig, Peter Spierig
Cast: Ethan Hawke, Sam Neill, Willem Defoe, Claudia Karvan, Isabel Lucas, Michael Dorman

Anno 2019, i vampiri dominano la terra.
Sono passati dieci anni da quando un singolo morso di pipistrello ha scatenato un’epidemia virale che ha trasformato la maggior parte della razza umana in succhiasangue con conseguente modifica della società. Le strade sono pressoché deserte durante il giorno, il sangue è diventato il perno intorno a cui ruota l’economia e la purezza del plasma in vendita è direttamente proporzionale ai soldi spesi. Edward Dalton (Ethan Hawke) lavora come capo ematologo presso la più grande compagnia che produce, o meglio estrae, sangue. I pochi umani rimasti, infatti, vengono tenuti in stato di incoscienza e spremuti fino all’ultima goccia in avveniristiche “blood farms” che portano subito alla mente Matrix. Edward, che pare essere uno dei pochi vampiri a porsi dilemmi etici sul trattamento riservato agli umani e si nutre di sangue di maiale, cerca disperatamente di sintetizzare un surrogato del sangue per fermare il genocidio della razza umana. Inoltre le scorte di sangue sono in esaurimento e, privati del sangue, alcuni vampiri hanno già cominciato a mutare in versioni alate del classico Nosferatu. Dopo un incontro casuale con un gruppo di resistenza umana che comprende l’ex-vampiro Lionel ‘Elvis’ Cormac (Willem Defoe), Edward si unisce alla causa con la consapevolezza che una cura al vampirismo è possibile. Ma la brama di denaro e potere è rimasta una costante anche dopo il contagio. Ed verrà ostacolato da Charles Bromley (Sam Neill), capo della multinazionale per cui lavora, che vuole mantenere lo status quo e mira a far ripopolare gli umani per utilizzarne il sangue come bene di lusso anche dopo la produzione di plasma sintetico.

Nel loro secondo lungometraggio, i fratelli australiani Spierig riescono a creare un’ambientazione di sicuro fascino mescolando atmosfere futuristiche a tematiche vampiresche. Sicuramente la descrizione della nuova società vampiresca, rifuggendo i classici stilemi post-apocalittici alla Io sono leggenda, porta una ventata d’aria fresca al sottogenere d’appartenenza. Ma il duo di registi non riesce a sfruttare le potenzialità del mondo che è riuscito a creare preferendo puntare sul sicuro, sulla prevedibilità di personaggi e situazioni. Inoltre la sceneggiatura presenta diverse ambiguità sulla natura dei vampiri. Sin dall’inizio del film il vampirismo ci viene presentato in termini razionali come causato da un virus imprecisato, puntando sull’aspetto scientifico. Allora perché i vampiri esplodono in una miriade di scintille quando vengono colpiti al cuore? E soprattutto perché non vedono la propria immagine riflessa? Sono particolari che stonano nella loro mancanza di coerenza.
Gli umani da parte loro non brillano certo per furbizia e si capisce perché sono prossimi all’estinzione: spostarsi in gruppo la notte, che di regola appartiene ai vampiri, non è decisamente un’idea saggia.
La monodimensionalità dei protagonisti non era una grande sfida recitativa: Ethan Hawke fornisce un’interpretazione misurata del puro ed incorruttibile Ed, Willem Defoe è un po’ sopra le righe e Sam Neill si trova a suo agio nei panni del luciferino Bromley, e con quello sguardo se lo può permettere.
Dal punto di vista formale Daybreakers si presenta con una bella fotografia dai toni blu-grigio tendente all’asettico. Chi ha visto Undead, il precedente lungometraggio dei fratelli Spierig, sarà felice di ritrovare i tocchi splatter e gory che lo contraddistinguevano. Ottimi gli effetti speciali che nella loro alternanza tra computer graphics e tradizionali faranno felici un po’ tutti.
Daybreakers scorre velocemente e si dimentica altrettanto velocemente.

1 commento:

Woody ha detto...

Peccato che il mondo del film non sia stato sfruttato a dovere per creare qualcosa che avesse un minimo di senso...

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