giovedì 26 novembre 2009

Screamers - Recensione

Screamers
Canada/USA/Giappone, 1995, colore, 108 min
Regia: Christian Duguay
Sceneggiatura: Dan O' Bannon
Cast: Peter Weller, Roy Dupuis, Jennifer Rubin, Andrew Lauer

Anno 2078, Pianeta Sirius 6B. Il pianeta, in passato un’importante colonia mineraria controllata dal Nuovo Blocco Economico (N.E.B.), è oramai ridotto ad una landa desertica in seguito alla guerra nucleare scatenatasi per il controllo del Berynium. In seguito alla scoperta che l’estrazione del Berynium rilasciava nell’ambiente dosi letali di radiazioni, “L’Alleanza”, fazione nata dalla scissione del NEB, chiese la sospensione delle operazioni minerarie ottenendo per tutta risposta l’inizio della guerra. Il conflitto, limitato a Sirius 6B, ebbe ripercussioni anche sulla Terra generando una nuova guerra fredda tra le opposte fazioni. Per controbilanciare lo strapotere militare del NEB, l’Alleanza inventò gli screamers, piccoli robot muniti di sega circolare capaci di strisciare sottoterra e insinuarsi tra le linee nemiche. Unica difesa contro gli screamers (così chiamati per l’agghiacciante stridore di lame rotanti che emettono) è un braccialetto in dotazione all’alleanza che permette a chi lo indossa di non essere riconosciuto come bersaglio.
Sono passati oramai dieci anni dallo scoppio del conflitto e i pochi sopravvissuti dell’alleanza vivono un’esistenza di estenuante attesa asserragliati nella loro roccaforte, con contatti sempre meno frequenti con il centro di comando terrestre ed esclusi dai giochi di potere che si consumano sulla Terra e hanno già stabilito la sorte di tutti loro. Fino a quando inaspettata arriva dal comando NEB la proposta di una tregua. Dato che quel che resta del messaggero può essere facilmente riposto in una ventiquattrore in seguito ad un incontro ravvicinato con gli screamers e nonostante i dubbi sull‘autenticità del messaggio, il disilluso sergente Hendricksson (Peter Weller) decide di recarsi personalmente al quartier generale NEB per negoziare una tregua. Seguiremo quindi Hendricksson, accompagnato dal tiratore scelto Jefferson e sotto la costante minaccia degli screamers, nel suo viaggio attraverso il desolato e radioattivo pianeta Sirius 6B dove verrà a confrontarsi con una nuova e inquietante verità. Gli screamers hanno raggiunto un’intelligenza tale da autoriprodursi ed evolversi in nuovi ed efficaci modelli. Sotto sembianze umane chiunque potrebbe essere uno di loro…

Il film è tratto dal racconto breve di Philip k. Dick “Second Variety” (Modello Due, 1953) ma se ne discosta per quanto riguarda l’ambientazione, che originariamente si svolgeva sulla luna e prevedeva una guerra tra i classici blocchi contrapposti USA-Russia. Ci troviamo di fronte ad un riuscito connubio tra fantascienza ed horror che svolge bene il suo lavoro nonostante il budget modesto e una sceneggiatura che, pur non snaturando alcuni temi cari allo scrittore, presenta nella seconda parte troppi clichè e lascia molti interrogativi aperti. Domande su cosa comporti l’evoluzione fisica ed emotiva degli screamers rimarranno relegati sullo sfondo. L’ambientazione, soprattutto nella prima parte, rappresenta uno degli aspetti più riusciti, esibendo paesaggi dal sapore post-industriale, con installazioni minerarie in disuso colme di detriti e ammantate di neve. Nella seconda parte, con il raggiungimento della base NEB, i rimandi ad Alien si fanno palesi, tra gelidi corridoi di servizio e il look stesso degli screamers. Da questo punto i colpi di scena si basano unicamente sull’effetto sorpresa per chi risulterà essere una macchina. La diffidenza di Dick nei confronti del genere umano qui si palesa nella paranoia di Hendricksson che non è più in grado di distinguere la vera natura di coloro che gli stanno a fianco.
In definitiva un gradevole b-movie, con effetti speciali che faranno felici i nostalgici della stop-motion e del morphing e che centra in pieno il suo obbiettivo: essere un valido intrattenimento. L’ambientazione fra il post-apocalittico e il claustrofobico fa il resto. La sceneggiatura di Dan O'Bannon (vero guru del genere, Alien e Dark Star tra i suoi lavori) svolge bene il suo dovere (nei limiti di un film d’intrattenimento e considerando le trenta pagine scarse del materiale di partenza) e non annoia.
In perfetto stile dickiano anche il siparietto inerente al fumo. Dick era un fumatore accanito e faceva fumare i suoi personaggi come turchi. Su un Sirius 6B fortemente contaminato l’unico modo per neutralizzare l’effetto delle radiazioni consiste nel fumare delle speciali sigarette. Essere salutisti in un mondo allo scatafascio è davvero l’ultima delle preoccupazioni.

Nel 2009 è uscito un seguito direttamente per il mercato home video, Screamers The Hunting, che non aggiunge nulla di nuovo alla storia originale e punta tutto sull’effetto splatter che l’accoppiata lame-corpi è capace di offrire.

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