sabato 31 luglio 2010

Predators - Recensione

Predators
USA, 2010, colore, 107 min
Regia: Nimród Antal
Sceneggiatura: Alex Litvak, Michael Finch
Cast: Adrien Brody, Alice Braga, Topher Grace, Laurence Fishburne, Danny Trejo, Walton Goggins, Oleg Taktarov, Louis Ozawa Changchien

Non è un remake né un reboot bensì un sequel del primo Predator datato 1987, ci tiene a precisare il produttore Robert Rodriguez. In realtà può benissimo essere considerato come un misto di tutti e tre. Sicuramente c’è la volontà di rilanciare il franchise del secondo alieno più famoso della fantascienza per adulti (il trono di Alien non è mai stato messo in discussione) e il sequel (questo sì) già annunciato sta lì a testimoniarlo. La vicenda tiene in considerazione solo gli avvenimenti del capostipite della serie, il solido film d'azione diretto dallo specialista John McTiernan che poteva contare sul carisma e la prestanza fisica dello Schwarzy dei tempi d’oro. Dimentichiamoci quindi l’escursione tra i grattacieli di New York, i crossover con lo xenomorfo e la morte hollywoodiana di Raul Bova. Facciamo subito conoscenza con l’allegra combriccola di mostri del nostro tempo (mercenari, forze speciali, il narcotrafficante messicano, l’esponente della Yakuza e qualche psicopatico a condire il tutto) che vengono catapultati su un pianeta alieno incredibilmente simile alla giungla centroamericana salvo per qualche satellite in più nel cielo e si trasformano da cacciatori in prede degli alieni più rasta dell’universo. Molti sono gli interrogativi che si affacciano nelle lo teste: perché sono lì? Come ci sono arrivati? Qual è la minaccia? Per qualche spiegazione su come siano finiti sul pianeta natio dei Predator bisognerà attendere il sequel, il resto è semplice: fungere contemporaneamente da cavie e prede nell’immensa riserva di caccia degli alieni, interessati a studiarne le tecniche di combattimento. Inutile aspettarsi da questo Predators qualcosa che vada aldilà del semplice intrattenimento senza pretese che per essere goduto appieno richiede la visione del film originale ed essere inclini ad un gioco di rimandi e aspettative. L’espediente del fango per eludere il visore termico degli alieni viene riproposto anche qui nel finale mentre è assente la classica scena del Predator che si cura da solo le ferite lanciando un urlo di dolore che riecheggia in ogni dove. I personaggi, che svolgono esclusivamente la funzione di carne da macello più o meno coriacea, sono anch’essi ricalcati in buona parte sui membri del commando capitanato da Schwarzy 23 anni fa. C’è il russo massiccio armato di Minigun, per gli amici il “rotellone“, esattamente come il Blain (Jesse Ventura) dei tempi andati e, siccome il monopolio filmico dell’imperscrutabilità oramai appartiene ai giapponesi, troviamo uno yakuza al posto del pellerossa Billy (Sonny Landham). La sostanza rimane invariata.

La scelta di Adrien Brody nei panni dell’autoproclamatosi leader del gruppo appare abbastanza inspiegabile per un ruolo più nelle corde di un Gerard Butler. La repentina evoluzione del suo personaggio da cinico egoista a paladino dei più deboli è tanto illogica quanto inevitabile. Totalmente fuori parte è Alice Braga a cui non basta impedirle di lavarsi i capelli per un mese per renderla un cecchino credibile. Fishburne si presta alla parte del mezzo matto in un’inutile comparsata.
A farla da padrone sono ovviamente i cacciatori alieni con i loro animaletti da compagnia al seguito. Non lasciatevi ingannare dalla trovata pubblicitaria ordita da Rodriguez che mostrava Brody nel trailer tenuto sotto tiro da svariati mirini alieni, i Predator sono decisamente di meno e scopriamo che all’interno della loro razza non sono tutti uguali e si divertono a cacciarsi a vicenda. Non ci sono più i Predator di una volta comunque, capaci di dare filo da torcere perfino a Governator. Pare che queste nuove generazioni adorino morire in maniera piuttosto banale peccando di arroganza o facendosele dare di santa ragione da un giapponese armato di katana per la felicità di Tarantino.
La regia di Nimrod Antal (del quale consiglio di recuperare assolutamente Kontroll) procede senza guizzi di sorta complice anche una sceneggiatura piuttosto ripetitiva nelle sue dinamiche di caccia al gatto col topo. L’azione non manca così come anche una discreta dose di violenza ed è abbastanza per l’obiettivo che il film si pone.

5 commenti:

Case ha detto...

Butler sarebbe stato l'ideale. Meglio Brody che quello stoccafisso di Statham. Non riesco a sopportarlo

Lestat ha detto...

Lietta Tornabuoni - L'espresso: Adrien Brody ingrassato di 12 chili di muscoli, Lawrence Fishburn, Alice Braga ed altri ripresentano 23 anni dopo i personaggi dei “Predators”, reclute addestrate da una setta malvagia a distruggere il mondo in terra e in mare. Puerile.

Ma che scrive sta mummia?

Case ha detto...

Quello che scrive un'ottantenne che non ha minimamente idea di cosa sta parlando. Che non ha visto il film nè tantomeno il suo predecessore.

Anonimo ha detto...

magari castronerie del genere fossero un caso isolato

Count Zero ha detto...

"reclute addestrate da una setta malvagia a distruggere il mondo in terra e in mare"

Sembra Hugo Chavez quando parla degli Stati Uniti

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