giovedì 18 febbraio 2010

Mutant Chronicles - Recensione

Mutant Chronicles
USA, 2008, colore, 111 min
Regia: Simon Hunter
Sceneggiatura: Philip Eisner
Cast: Thomas Jane, Ron Perlman, Devon Aoki, Sean Pertwee, Anna Walton, Benno Fürmann, John Malkovich

Mutant Chronicles è tratto dall’omonimo board game che godette di una discreta popolarità negli anni 90. Sulla Terra del XXIII secolo gli stati nazionali hanno cessato di esistere venendo sostituti da quattro megacorporazioni (Capitol, Bauhaus, Imperial e Mishima) in perenne guerra tra loro per accaparrarsi le esigue risorse rimaste. Durante uno scontro in trincea tra le forze della Bauhaus, una sorta di Reich del XXIII secolo, e della Capitol, l’equivalente degli Alleati, viene scoperchiato a suon di cannonate l’antico sigillo che custodisce la “Macchina”, un dispositivo alieno/demoniaco capace di trasformare gli umani in mutanti con un una sorta di affilatissima chela al posto del braccio. Mentre l’umanità travolta dall’orda di mutanti si prepara a lasciare il pianeta, fratello Samuel, membro della fratellanza che neutralizzò la Macchina secoli addietro, mette insieme una sottospecie di “sporca dozzina” per eliminare definitivamente la minaccia.
Siamo decisamente in territorio b-movie, con tutte le caratteristiche che ci si aspetta da una produzione del genere: budget limitato che si ripercuote su effetti speciali non certo da antologia, uso del digitale per limitare i costi, personaggi macchiettistici, dialoghi risibili. Eppure il risultato finale non è privo di fascino e il motivo è presto detto: una spiccata componente steampunk. Ci troviamo su una Terra del 2707 che fonde elementi futuristici e retro, con evidenti richiami alla Grande Guerra. Un mondo dove si combatte ancora in trincea, dove macchine volanti alimentate a vapore solcano i cieli e dove vige la concezione che più i carri armati e i cannoni sono grossi più male fanno. Come in 300 e Sky Captain and the World of Tomorrow ogni singolo set è stato ricreato mediante il ricorso al green screen. Caliamo un velo pietoso sui terribili schizzi di sangue in CG.
Il cast è decisamente superiore alla media del genere e deve essere costato una fetta consistente del budget. Tra i volti più noti troviamo Ron Perlman nei panni di fratello Samuel mentre l’ex punitore e recente superdotato televisivo Thomas Jane interpreta il disilluso maggiore Hunter. A Devon Aoki, dopo il mutismo di Sin City, sono concesse un paio di battute e un annoiato John Malkovich compare per un paio di minuti prima di ritirare l’assegno e sparire. Lo script non brilla certo per originalità trattandosi della solita missione suicida che comprende atti di coraggio, sacrifici e la morte in serie dei vari personaggi fino alla resa dei conti finale. Mutant Chronicles è l’ideale per chi non ama le sorprese e per i fanatici del green screen allo stadio terminale.

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