domenica 4 settembre 2011

Sono il numero quattro

I Am Number Four
USA, 2011, colore, 109 min

Regia: D.J. Caruso

Sceneggiatura: Alfred Gough, Miles Millar, Marti Noxon

Cast: Alex Pettyfer, Dianna Agron, Timothy Olyphant, Teresa Palmer, Callan McAuliffe, Kevin Durand, Jake Abel


Avevo già citato senza troppa convinzione questo esemplare di fantascienza per teenager mesi fa, un tentativo, rivelatosi fallimentare, di donare alla fantascienza il suo Twilight. Il pubblico, nonostante la presenza del belloccio emergente Alex Pettyfer e della gnocca Dianna Agron, non sembra essersi particolarmente affezionato alle gesta del numero quattro e con molta probabilità i restanti numeri resteranno sulla carta dei romanzi della saga. Numero 4 è uno dei nove alieni che vengono fatti scappare dal pianeta natale Lorien prima che i perfidi Mogadorian, dei tamarri con le branchie, facciano secca l’intera popolazione. Non contenti di ciò, inseguono i fuggitivi pure sulla Terra per terminare il lavoro. Per un motivo non meglio precisato i 9 possono essere uccisi seguendo l’ordine numerico e 1,2 e 3 ci hanno già lasciato le penne, quindi se la matematica non è un’opinione… Ma come vedremo, per gli sceneggiatori e forse per chi ha scritto il libro la matematica è un’opinione. Numero 4, alias John Smith, è perennemente in fuga, accompagnato da un protettore pressoché inutile (Timothy Olyphant) e da una bestiaccia aliena sotto mentite spoglie. Dovrebbe mantenere un basso profilo ma proprio non ce la fa ad evitare di farsi immortalare mentre fa il figo sull’acquascooter o ad assecondare la mania fotografica di Dianna Agron (e mica scemo), una di quelle persone fastidiose che hanno trovato nell’obbiettivo un prolungamento del proprio essere e infischiandosene bellamente delle leggi sulla tutela della privacy fanno foto a tutto e tutti per poi pubblicarle su internet. Roba da ficcarle la macchina fotografica in gola. Nel frattempo 4 scopre che la Forza scorre potente in lui e può anche emettere fasci di luce dalle mani mentre fa salti di dieci metri. Giusto per non scontentare nessuno. Alla festicciola si aggiunge anche numero 6 (Teresa Palmer), la tipa cazzuta che i Mogadorian hanno già tentato di uccidere in barba all’ordine numerico. Sono il numero 4 stupisce fin dalla sequenza d’apertura (l’uccisione di numero 3) per la bruttezza degli effetti speciali, fatto decisamente insolito per una produzione targata Michael Bay, integrati talmente male da conferire un effetto comico. Poi le cose migliorano un po’ e si assestano su livelli che vanno dal sufficiente al mediocre. Stupisce anche come non si tenti nemmeno di abbozzare uno dei tradizionali cavalli di battaglia di queste produzioni vietate ai maggiori di sedici anni, il rapporto padre-figlio. Non che se ne senta la mancanza, comunque. In compenso i personaggi cambiano soventemente e inspiegabilmente atteggiamento a seconda di come girava agli sceneggiatori. Vogliamo parlare del capo della squadra di football nonché bulletto patentato? Prima mostra un’ossessione patologica alla stregua di uno stalker nei confronti della sua ex Dianna Agron, tormenta 4 e non contento cerca di farlo pestare dall’intera squadra di football; e nel finale cosa fa? Si trasforma in un agnellino e tutto tranquillo osserva i due piccioncini che gli si slinguazzano davanti. Mah…
Mi fermo qui, tanto la saga dovrebbe essere stata stroncata sul nascere.

4 commenti:

Andy ha detto...

che cazzo di film ti guardi?!

Count Zero ha detto...

non è dipeso da me e sono facilmente corruttibile ;)

Andy ha detto...

quel branco di sfigati... cambia casa !

Arwen Lynch ha detto...

si anche io l'ho trovato debole, sembra un film per bambini più che un film di fantascienza, poi è costruito apposta per quel tipo di pubblico, è lontano dai livelli di certi film :) complimenti per il blog :)

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