USA, 2012, colore, 87 min
Regia: Douglas Aarniokoski
Sceneggiatura: Luke Passmore
Cast: Shawn Ashmore, Ashley Bell, Dominic Monaghan, Cory Hardrict, Shannyn Sossamon, Michael Eklund
Un rappresentante del
filone post-apocalittico maggiormente orientato verso l'azione mi
mancava. Se non erro, l'ultimo esponente fu Codice Genesi ma sono
ricordi spiacevoli ed è meglio passare rapidamente oltre. Per prima
cosa, se avete già dato un'occhiata al teaser trailer di The Day e
siete amanti della buona musica, segnatevi il nome della canzone
(Yasmin the Light degli Explosions In The Sky) e fatela vostra.
Ancora meglio, fate vostro l'intero album senza lasciare che la
lunghezza del titolo (Those Who Tell the Truth Shall Die, Those Who
Tell the Truth Shall Live Forever) vi susciti antipatia perchè ne
vale la pena.
La vicenda prende vita
dieci anni dopo un'imprecisata catastrofe. Non ne conosceremo mai le
cause, vedremo solo le conseguenze: fame, razziatori e tribù di
cannibali. I cannibali in particolare, che in The Road facevano
un'apparizione tanto fugace quanto destinata a rimanere scolpita
nella mente, vengono eletti a minaccia numero uno. Un gruppo
costituito da cinque giovani superstiti è diretto verso un luogo
idoneo alla coltivazione dove piantare radici e i rari semi che si
portano dietro. Ne fanno parte Rick
(Dominick Monaghan, i cui personaggi sono affetti dalla sindrome di
Sean Bean), nelle vesti del leader, il suo amico di vecchia data Adam
(Shawn Ashmore), il malaticcio Henson (Cory Hardrict) e Shannon
(Shannyn Sossamon), l'emotiva del gruppo che copula col leader. Non
bisogna lasciarsi trarre in inganno dall'aspetto minuto dell'ultima
arrivata Mary (Ashley Bell), la cui brutalità e ferocia nel
combattere è uno dei motivi di maggiore godimento della pellicola.
Il ruolo del cattivo di turno è invece affidato al viso affilato di
Michael Eklund, che ho trovato grandioso in The Divide. Per scelte
professionali mi ricorda molto il Gary Oldman dei primi tempi, quello
specializzato in ruoli di psicotico e violento. Non posso dire che
gli attori siano tutti tagliati per il ruolo ma trovare un cast di
tutto rispetto in una produzione dal budget così ridotto è un
valore aggiunto. Salta subito all'occhio
come la fotografia sia un plagio di quella del già citato The Road,
toni grigi, quasi del tutto desaturati. Quindi bella ed evocativa.
Qualche magagna arriverà col sopraggiungere della notte dove la
fotografia è troppo scura e nelle scene più concitate risulta
difficile capire cosa stia succedendo. Non so se sia una scelta
stilistica ma per un film d'azione non è proprio il massimo. Le condizioni di Henson
peggiorano ed il gruppo trova riparo dalla pioggia all'interno di una
casa abbandonata. A proposito di Henson, il suo stato di salute è
una variabile impazzita. E non mi riferisco alle botte di adrenalina
che scaturiscono da un povero cristo che gradirebbe evitare di
diventare la cena di un tizio con la cresta e della sua allegra
famigliola. Passa da moribondo a quasi pimpante secondo criteri ignoti
a tutti tranne che allo sceneggiatore Luke Passmore. Sorpresa delle
sorprese, la cantina della casa è piena di scorte di generi
alimentari. Troppo bello per essere vero. Una trappola scatta e la
sirena comincia a suonare. Da questo momento in poi comincia
l'assedio, la lotta per la sopravvivenza nell'arco di una giornata.
La trama è tutta qui, lineare e senza fronzoli, che prevede un sacco
di azione e non si tira indietro nel mostrare violenza e fiumi di
sangue in CGI. Volendo sottilizzare, vista la superiorità numerica
schiacciante dei cannibali e la penuria di munizioni dei nostri, non
ci sarebbe da discutere sull'esito dello scontro. Va bene che il
nemico è rappresentato da gente comune che dopo anni di stenti ha
deciso di adottare differenti abitudini alimentari ma la loro
attitudine al suicidio lascia perplessi. Assalti suicidi a parte, a
rendere meno improbabile il tutto ci pensa Mary, che oltre ad essere
una furia scatenata, padroneggia bene la strategia del terrore,
impalando le teste mozzate dei nemici caduti come monito. Qualcuno
però spieghi all'attrice che sei vuoi apparire una fumatrice
credibile, il fumo deve essere immesso nei polmoni prima di essere
espirato e non trattenuto semplicemente in bocca soffiando quella
ridicola nuvolona. Che poi per apparire cazzuti mica bisogna essere
per forza fumatori e tu, Aarniokoski, in questi casi non insistere
troppo su di lei. Prima che si scateni l'inferno notturno, anche
all'interno della casa hanno i loro grattacapi. La scena della
tortura è ben girata e di notevole impatto emotivo, con la buona
prova di Ashmore che pare abbia fortemente voluto il ruolo, forse per
cercare di scrollarsi di dosso l'immagine del bravo ragazzo mutante.
Solo che la metamorfosi di Adam in efferato torturatore sembra un po'
forzata. Non del tutto improbabile viste le circostanze ma più che
un calderone di rabbia pronto a esplodere sembrava un tizio in
procinto di spararsi un colpo in testa, con quella maschera del
dolore per la morte della moglie e della figlia perennemente calata
sul viso.
Insomma The Day si colloca
dalle parti dell'intrattenimento senza troppe pretese. Ha tra le
frecce del suo arco una prima mezz'ora molto d'atmosfera e il ferale
personaggio di Mary (fumo a parte) alla quale, nel finale, basta un
colpo di coltello per esprimere efficacemente la sua posizione sul
concetto di famiglia nel mondo post-apocalittico, tema su cui si
insiste parecchio sia dalla parte dei buoni che dei presunti cattivi.
E potrebbe non avere tutti i torti.
In una vecchia intervista
risalente al Fantasy Fest 2011, Luke passmore collocava The Day come
capitolo centrale di una trilogia già scritta che dubito verrà mai
realizzata.